Spesso, quando si impara una lingua straniera, ci si limita all’apprendimento della grammatica e del vocabolario e si finisce per tralasciare un aspetto fondamentale dell’apprendimento, forse ancor più importante di tutto il resto: sto parlando della cultura di un Paese.
Come ben saprete, l’Italia è per antonomasia il paese della cultura e dell’arte… Ma la scultura e la pittura non sono il tipo di cultura a cui mi riferisco oggi.
Piuttosto mi riferisco a quell’insieme di gesti, modi di fare e modi di dire che appartengono ad ogni Italiano e che hanno contribuito nel tempo a renderci riconoscibili nel mondo.
Il contesto culturale nel quale si sviluppa l’Italia è molto vario ma, alla fine, nonostante le differenze evidenti tra nord e sud, finiamo tutti per amare indistintamente e follemente la pizza napoletana e il panettone milanese e quando siamo all’estero, poi, lontani da casa –sia che siamo del nord sia che siamo del sud- e ci capita di passare davanti ad una vetrina che espone la nostra amata pasta Barilla o il nostro amato caffè Lavazza ci dimentichiamo delle divisioni e delle differenze e sentiamo la mancanza della nostra adorata Italia tutti con la stessa intensità.
È normale abitudine associare all’Italia la pizza, il caffè, gli spaghetti, sole, mare, fichi d’India e Sophia Loren… E l’Italia effettivamente è questo, ma è anche molto altro.
L’italia è famiglia, casa, accoglienza: provate a rifiutare un caffè o un limoncello offertovi dal padrone di casa e passerete un brutto quarto d’ora…!
L’Italia è comunicare con i gesti: sapevate che siamo capaci di tradurre frasi intere solamente con un gesto? Solo mordendo le dita di una mano in orizzontale stiamo dicendo “Ah, maledetto!”, “Ma cosa hai combinato?!”, “Stai zitto, altrimenti…!”.
L’Italia è saggezza popolare: è dal popolo che vengono i più grandi insegnamenti che rincuorano, danno coraggio e aiutano a trovare la risposta ai grandi dubbi della vita.
L’ambito paralinguistico (cioè tutto quello che va oltre il linguistico e il verbale) e popolare non dovrebbero mai essere sottovalutati. Avete presente quando imitate un Italiano e unendo tutte le dite delle mani le muovete su e giù come a dire “Ma cosa vuoi? Ma che dici?”? Bene, quel gesto rientra nella cinesica –la disciplina che studia il linguaggio del corpo attraverso i gesti e le espressioni del viso- e se imparerete la maggiorparte dei gesti che facciamo noi Italiani (soprattutto quelli del sud) sarete già a buon punto!
C’è chi dice che, a volte, si parli più con i gesti che con le parole e noi Italiani siamo bravi a farlo . Forse per questo i gesti compiuti con il corpo e con il viso che ormai fanno parte di noi e della nostra cultura molto spesso aiutano a comunicare quello che non diciamo a parole, svelano il non detto, confermano o smentiscono.
Ogni Paese ha il suo linguaggio del corpo: se in Giappone la più grande forma di rispetto è l’inchino, in Italia lo è il saluto con la mano o una stretta di mano accompagnati da un sorriso; se in Albania si scuote la testa per dire “sì” e si annuisce per dire “no”, in Italia si fa al contrario; e se negli Stati Uniti alzando l’indice e il mignolo della mano state osannando la vostra squadra di football preferita, beh… meglio che non lo facciate in Italia o starete dando del “cornuto” a qulcuno!!!
E voi, quali differenze e quali somiglianze trovate nel modo di gesticolare di Italiani e Spagnoli?